I funghi dell'Appennino tosco-emiliano

La coltivazione dei funghi è tema affascinante che ha impegnato - e tuttora impegna - molti ricercatori nel mondo. In linea di massima i funghi che possono essere coltivati sono quelli saprofiti. Se si introduce il micelio della specie prescelta nel substrato a lei favorevole e si determinano le condizioni ambientali ideali alla fruttificazione, si riesce ad ottenere la produzione di funghi coltivati. Vale per i classici champignon o per i Pleurotus. Molto più complesso il discorso relativo alle specie micorriziche di maggior pregio (ovuli, porcini, tartufi, etc). Qui non possiamo addentrarci in questo argomento assai interessante ma forniamo solo alcuni spunti:

  • La coltivazione di funghi micorrizici impone di impiantare specie arboree che con essi si legano, su suoli adatti, sia alla pianta che al fungo.
  • Ad oggi vi sono esperienze positive con alcuni funghi: tra i più promettenti il Tuber melanosporum (tartufo nero pregiato), alcuni Lactarius e Suillus. Difficile, se non impossibile per ora, pensare a vere e proprie coltivazioni di porcini, ovuli o tartufi bianchi (Tuber magnatum).
  • In ogni caso la coltivazione di funghi micorrizici, anche quando possibile, richiede un tempo assai elevato prima di ottenere gli sperati frutti (che non sempre arrivano), è infatti necessario attendere alcuni anni per consentire alle piante e ai miceli di svilupparsi adeguatamente.

 

  • Pleurotus ostreatus. Un fungo facile da coltivare.
    Pleurotus ostreatus. Un fungo facile da coltivare.

 

Questo è un argomento delicato. Le opinioni sono difformi tra i cercatori e, c’è da sottolinearlo, anche nel mondo scientifico. Chi scrive pensa che l’influenza, se presente, è del tutto irrilevante. A questa conclusione si è giunti in quanto grandi ritrovamenti si verificano in qualsiasi fase lunare, basta che le condizioni ambientali siano adatte. Inoltre spesso, in aree diverse, si riscontrano credenze opposte: la “buttata” c’è con la luna nuova, con la luna crescente o calante. Per di più, soprattutto in estate quando le esposizioni e i versanti riparati o colpiti dai venti principali si differenziano nettamente, di nuovo pare evidente che sono le condizioni ambientali e non le fasi lunari che fanno riempire il cestino in quel piccolo tratto di bosco, non facendoti trovare più nulla per il resto della giornata.

Questa è una credenza praticamente impossibile da eliminare. In tutte le stagioni, a qualsiasi latitudine, i cercatori fanno a gara a chi entra per primo nel bosco. In realtà, durante la notte i funghi crescono più o meno come accade durante il giorno. Quindi le probabilità di ritrovamento sono sostanzialmente molto simili a chi decidesse di andare a cercare i funghi dalle 16 del pomeriggio fino a sera.

È questo un aspetto da pochi conosciuto. Molti funghi micorrizici infatti sono molto esigenti in fatto di suoli; esempi eclatanti sono il pregiato tartufo bianco (Tuber magnatum) che cresce esclusivamente su suoli calcarei, poco evoluti, relativamente umidi per molta parte dell’anno e alcuni porcini (i Boletus edulis e pinophilus) che crescono viceversa su suoli acidi ed evoluti. Molte altre specie assai conosciute hanno anch’esse esigenze particolari: l’Amanita muscaria, ad esempio, cresce su suoli acidi e, per questo, se la si incontra è presumibile che nell’area anche i porcini siano presenti. Al contrario molte altre specie sono assolutamente indifferenti al suolo. È comunque certo che su questo argomento non tutto è conosciuto e le attuali ricerche vanno proprio nel senso di trovare e definire un maggior legame tra fungo, pianta simbionte, suolo e clima.

Difficile dirlo.
Le notizie che si trovano non sempre sono confermate o credibili. È comunque accertato che in Zambia i cosiddetti “funghi dei termitai” (Termytomyces) raggiungono e superano abitualmente i 10 kg con un cappello di oltre 60 cm di diametro. Recenti notizie, corredate da foto, hanno divulgato il ritrovamento in Chiapas (Sud-America) di un esemplare di circa 20 kg e 70 cm di altezza. Alcuni “funghi del legno” grazie ad accrescimenti successivi che si sommano anno dopo anno possono eccezionalmente superare i 10 kg.
In Italia i giganti dei funghi sono le mazze di tamburo (Macrolepiota procera) che possono raggiungere i 50 cm di altezza e, per quanto riguarda il peso, la vescia gigante (Langermannia gigantea) che può superare i 70 cm di diametro e i 15 kg di peso.

È vero.
Soprattutto quando vi sono condizioni di scarsa disponibilità idrica il micelio fungino svolge la funzione di “prolunga” delle radici facilitando l’assorbimento dell’acqua. Esemplari della stessa specie infatti, nelle medesime condizioni, crescono meglio se associati ai propri funghi micorrizici. Per questo motivo vi sono vivai che vendono piantine già micorrizzate: cresceranno più sane e più rapidamente a condizione che siano messe a dimora su suoli adatti alla crescita delle specie di funghi associati alle piante.

Ne esistono decine e decine di migliaia nel mondo, parlando esclusivamente dei funghi superiori. Se consideriamo tutte le specie di funghi – comprendendo per intenderci anche quelli che non si mostrano con i classici corpi fruttiferi come muffe e lieviti – il numero aumenta fino a centinaia di migliaia di specie. In Italia i ‘macromiceti’ superano certamente le 5000 specie, alcune di queste - con buona probabilità - non sono ancora completamente conosciute e correttamente classificate.

I funghi rappresentano riparo e nutrimento per una miriade di specie di invertebrati (microfauna). Gli “ospiti” che con maggiore frequenza vengono rinvenuti sono piccole larve di ditteri micofagi (micofagi = mangiatori di funghi). Gli adulti depongono le uova nel corpo fruttifero, queste si schiudono dando alla luce delle larve che vivono e si nutrono all’interno della carne del fungo. A maturità le larve si trasformano in insetti adulti che abbandonano la loro casa per volare e diffondersi altrove, deponendo altre uova e creando nuove generazioni. Durante il periodo caldo i cicli sono più rapidi ed è per questa ragione che spesso troviamo i funghi danneggiati dalle larve in estate; con l’aumentare del freddo il ciclo degli insetti è più rallentato così spesso nella stagione autunnale i funghi sono sani. Inoltre, a parità di temperatura, i funghi si rinvengono più sani se crescono rapidamente rispetto a “buttate” nelle quali la crescita giornaliera è ridotta o stentata: più tempo il corpo fruttifero è a disposizione degli insetti e maggiori saranno i danni.